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..dalla tradizione del salento

Settembre 14, 2009
di Mauro De Filippis
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La strina

La Strina è uno dei canti religiosi-pagani e di questua più complessi e completi che si riconosca nel Salento e nella Grecìa salentina

E’ un canto rituale di questua appartenente al ciclo dei canti relativi al periodo Natale/Epifania. In questo periodo di relativa tranquillità per il lavoro dei campi, alcuni contadini, nel Salento, si riunivano in gruppo quasi sempre di cinque e andavano di masseria in masseria, di paese in paese, processionalmente, a cantare nei pressi delle case signorili e padronali la nascita di Gesù e l’arrivo dei Re Magi con i doni: la strina quindi, la strenna. Doni che alla fine del canto gli stessi cantori poi pretendevano dagli ascoltatori, in cambio di auguri. La strina era eseguita generalmente da una o due persone accompagnate da un’orchestrina di strumenti: organetto, cupa-cupa (specie di putipù napoletano a Corigliano chiamato anche zampogna), violino a sonagli, tamburello e triangolo. (Archivio Sonoro)

E’ particolarmente importante nell’ambito delle tradizioni popolari legate alle festività natalizie. Intere compagnie di musici si spostavano durante le feste di Natale e Capodanno, fino all’epifania, da un casolare all’altro, di masseria in masseria, a portare la notizia della nascita di Cristo ed anche per avere qualche provvista in cambio.

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Settembre 7, 2009
di Mauro De Filippis
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La strada delle Rose – AriaFriscA 2009

La strada delle rose - AriaFriscA 2009“La strada delle rose“  è inteso come il proseguimento di un percorso che dura già da anni. Un percorso musicale che ci ha portato a riscoprire melodie e sonorità di tempi passati e di scoprirne e crearne di nuove. In questo CD abbiamo cercato di fondere molte delle esperienze che nel corso della nostra attività artistica abbiamo raccolto, cercando in questo modo di arricchire quel repertorio tradizionale, autentico patrimonio musicale di tempi ormai quasi dimenticati.

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Maggio 29, 2009
di Mauro De Filippis
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Cecilia

Mi sciolgo li capelli e vado avanti pe li cancelli
e vado avanti pe li cancelli e pe chiedere la carità.

Senti bon capitano e na grazia voglio da te
pe scarcerare il mio Peppino e per carcerare a me.

Senti Cecilia bella e se vuoi il tuo Peppino
stare una notte a dormire con me e il tuo Peppino esce in libertà.

Senti bon capitano lo vado a dire al mio Peppino
li vado a dire tutto quanto e allora ritornerò.

Senti Peppino senti e ce m’ha dittu lu capitano
stare una notte dormire con lui e tu te ne esci in libertà.

Senti Cecilia bella e non credo che lo farai
ma se tu vuoi liberare a me e fai quello che ti piace a te.

Senti bon capitano e aggiustalo un bel lettino
e aggiustàlu bellu e fino che ci vengo a riposar.

A mezza notte in punto e Cecilia sospirava
e che hai bella Cecilia e che non mi fai riposar.

Tengo na piaga al petto e l’altra dal fianco al cuore
e l’altra dal fianco al cuore e che non mi fa riposar.

Alba non era fatta e Cecilia a lu balcone
e vedendo il suo Peppino e la testa a lu taglione.

Oh stella del cielo e mina un fulmine ingannatore
di mio marito hanno tolto la vita e di me m’hanno levato l’amore.

Cecilia cerca giustizia e cerca la sua ragione
e il mio Peppino è morto e anch’io a lu taglione.