L’arte de lu tata è menza ‘mparata, e i proverbi la dicono lunga! Il padre è Daniele Durante, il figlio Mauro e l’arte la musica.
Ricorre nel 2010 il trentacinquesimo anniversario della nascita del Canzoniere Grecanico Salentino, gruppo storico nato nel 1975, in pieno clima di folk revival, stagione in cui lo sforzo intellettuale mirava a leggere attraverso la musica i “dislivelli interni di cultura”, portando sui palchi le espressioni fino ad allora appannaggio di quella che Alberto Cirese chiamava “cultura subalterna”.
A fondare il gruppo fu un fervido cervello salentino tutt’altro che in fuga, quello della scrittrice Rina Durante che con “rigore ed onestà” volle dare il suo contributo alla ricostruzione di una memoria storica che non fosse confusa con le trecce e i nastrini dei quadretti oleografici di soggetto folkloristico, ma costantemente accompagnata da una ricerca etnografica volta all’esplorazione delle fonti attraverso un regolare rapporto con i portatori della tradizione e con i contesti dove essa era praticata.
Dopo qualche tempo dalla fondazione, Rina passò la guida del gruppo ad un cugino, un giovane contestatore dalla viscerale passione per la chitarra, era Daniele Durante.
La storia del CGS, scritta oggi in sedici album e innumerevoli esibizioni live, è rimasta ininterrotta continuando dal 2007 sotto la direzione artistica di Mauro Durante, abile violinista e tamburellista che, dopo anni di “scuola” al fianco del padre, diventa oggi frontman e direttore artistico del gruppo, a latere del quale collabora con vari artisti a livello nazionale ed internazionale (tra cui Ludovico Einaudi, Piers Faccini, Steward Copeland).
Il CGS rappresenta uno spaccato storico attraverso cui guardare decenni di musica salentina avviando il percorso in tempi molto lontani dalle sinonimie legate all’attuale boom mediatico (per la serie Salento, sole, mare, vento e pizzica). Si possono leggere i tratti dell’evoluzione artistica e stilistica dei repertori salentini partendo dal gusto tipico degli anni ‘70, che ricorda l’espressione della canzone politica di quegli anni, e proseguendo con le esperienze di spettacolarizzazione teatrale, la sperimentazione musicale, ricollegandosi al presente con il brio di un approccio ringiovanito ma pur sempre coerente con lo spirito che connota il progetto, ossia mantenere vivo il senso della musica popolare, ridefinendo così il proprio ruolo sulla scena musicale salentina.
“Focu d’amore“, sedicesimo album nella discografia del gruppo, è una antologia che ripercorre pezzi storici del CGS rivitalizzati da Mauro, che con senso estetico nuovo e più moderno propone arrangiamenti ammiccanti e suggestivi, accuratamente supportati da sedici musicisti provenienti da vari percorsi musicali (popolare, classica, antica, jazz, contemporanea).
Il disco, con una scaletta di undici pezzi più due bonus track, si presenta come una coerente e raffinata elaborazione di stile interna al linguaggio e alle strutture della musica popolare, e manifesta una tendenza contraria a quella che vuole la contaminazione a tutti i costi, connotandosi per eleganza tecnica e capacità espressive che si muovono entro confini, sì ammorbiditi da personalità e formazione musicale dei vari interpreti, ma che rimangono ben definiti.
“Focu d’amore” è un inno al sentimento primordiale nelle sue molteplici estrinsecazioni, che la poesia popolare ha la capacità di descrivere con minuzia di immagini e metafore dall’intenso potere evocativo. Il fuoco dell’amore è nel materno cullare della ninna nanna in lingua grecanica Nenia grika , nella fuggevolezza di una passione che non ha tempo d’aspettare di Cogli la rosa, nell’amore contrastato del canto a diffusione nazionale Tuppe tuppe , in quello represso di Zumpa Ninella.
L’album si apre sulla tensione delle corde di un violoncello sfregato energicamente in Beddu stanotte, brano che senza cesure si trasforma e procede su una pizzica di San Vito. In quanto miscellanea, il lavoro cita brani tratti da album precedenti come Duminica matina e la prima parte di Nu pizzecu e pizzicarella, già pubblicati nel 2002 su “Serenata” e “Alla riva del mare”. Dischi questi che si caratterizzano per un repertorio particolarmente ricercato e poco conosciuto, ma che non sono sfuggiti all’orecchio curioso di David Byrne, eclettico protagonista della scena world e contemporanea il quale ha voluto inserire nella sua playlist italiana tre canti in essi contenuti, Le tre sorelle, Moretto e Aremu.
Un ascolto comparato dei dischi permette di disegnare il profilo del cambiamento, ma anche di ritrovare piacevoli conferme, come la melismatica voce di Maria Mazzotta, tra le più versatili interpreti salentine, che raggiunge l’apice nel lirismo di La furesta, meravigliosa e struggente metafora dell’innamoramento (da “Carataranta”, 2000), e Il mito, intima riflessione dai toni esistenzialisti scritta da Rina Durante per lo spettacolo del 1980 “Ballata salentina”.
I canti e le pizziche di “Focu d’amore” attraversano varie coordinate del Salento, da Campi Salentina a Muro Leccese, e si tingono spesso del colore degli ottoni nelle declinazioni di tromba, trombone e tuba, evocando l’energia solida della banda, il corteo musicante della festa ma pure scuola popolare che per strada insegnava a conoscere e riconoscere la musica colta. E se di musica colta o simil tale si parla, curioso è l’intro di tromba su Quistione meridionale, beffarda parafrasi di un segmento melodico di Fratelli d’Italia, l’Inno di Mameli, che introduce la sarcastica e ancora attuale analisi di Rina Durante su musica di Daniele Durante (che a sua volta ha sviluppato i temi contenuti in questo brano in un suo lavoro originale pubblicato nel 2009 dal titolo “Quista è la vera vera pizzica”), eseguita ormai anche in contesti “istituzionali” come la Notte della Taranta.
Come un cerchio, il disco si chiude con Ronda, il perimetro magico in cui l’abbraccio dei tamburelli tutti accoglie e tutti sana, che per l’occasione ha fatto spazio anche alle voci di Enza Pagliara e Giancarlo Paglialunga.
In “Focu d’amore” il CGS guarda il suo lungo percorso con gli occhi della terza generazione e conferma una prassi comune nella cultura popolare che provvede a tramandare i segreti del mestiere dai genitori ai figli e, in questo caso, non solo da parte di padre. Il CGS rispetta le quote rosa e coinvolge nel processo di apprendimento e trasmissione del sapere anche la madre di Mauro, Rossella Pinto, la cui partecipazione attiva alla vita artistica del progetto è inferiore a quella di Daniele di soli alcuni mesi.
Track List
1. Beddhu stanotte
2. Nenia Grika
3. Dumenica matina
4. Tuppe tuppe
5. Canzune alla ruvescia
6. Cogli la rosa
7. Nu pizzecu e pizzicarella
8. Zumpa Ninella
9. Pizzica caddhipulina
10. La furesta
11. Ronda
bonus track:
12. Il mito
13. Quistione meridionale
[Ponderosa music&art 2010]
Formazione
Mauro Durante_tamburi a cornice, violino, voce; Luca Tarantino_chitarra, chirarra battente, chirarra spagnola, tiorba, coro; Maria Mazzotta_voce, tamburello; Antonello Cavallo_violoncello, coro; Giulio Bianco_armonica a bocca, flauti, zampogna; Massimiliano Morabito_organetto; Dario Congedo_batteria; Laura Nascosto_cucchiai, nacchere; Giorgio Distante_tromba, coro; Marco Bardoscia_contrabbasso, coro; Giorgio Vendola_contrabbasso (tr. 1, 5, 6, 10); Giuseppe Zizzi_trombone; Giorgio Zizzi_tuba; Emanuele Coluccia_sax soprano (tr. 4); Giancarlo Paglialunga_voce e tamburello (tr. 11); Enza Pagliara_voce, tamburello
Fonte : http://www.musicaround.net
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